Come ottenere la detrazione dell’affitto nella dichiarazione dei redditi: requisiti, limiti e curiosità da sapere

La detrazione dell’affitto nella dichiarazione dei redditi rappresenta uno strumento fondamentale per chi vive in locazione e desidera risparmiare sulle tasse, riducendo il carico fiscale relativo alla propria abitazione principale. Questa agevolazione viene concessa a determinate condizioni che variano in base al tipo di contratto di locazione, alla situazione personale e ai redditi percepiti. In questa guida, approfondiremo i requisiti necessari, i limiti previsti dalla normativa vigente e le curiosità meno note legate alla detrazione dell’affitto, per aiutarti a massimizzare il beneficio fiscale nella prossima dichiarazione dei redditi.

Requisiti per ottenere la detrazione dell’affitto

Al fine di beneficiare della detrazione dell’affitto nella dichiarazione dei redditi, il primo requisito fondamentale è rappresentato dal contratto di locazione regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. La detrazione spetta solo se si tratta di abitazione principale del locatario, ossia il luogo dove si ha dimora abituale. Ulteriori requisiti riguardano la tipologia contrattuale (ad esempio, contratto a canone libero, a canone concordato, locazione per studenti universitari o lavoratori fuori sede) e la specifica situazione reddituale del contribuente. È importante conservare la copia del contratto registrato e i pagamenti tracciabili dell’affitto.

La residenza anagrafica deve necessariamente coincidere con l’immobile per cui si richiede la detrazione. Questo significa che, in assenza di una registrazione formale della residenza presso la casa in affitto, non è possibile ottenere lo sconto fiscale. Un altro aspetto da non sottovalutare è la titolarità del contratto: solo chi figura come intestatario, o cointestatario, può inserire la detrazione in dichiarazione. Anche le particolari categorie protette, come giovani under 31 o studenti, hanno accesso a specifici benefici, a patto che rispettino i requisiti richiesti dalla normativa vigente.

I giovani tra i 20 e i 31 anni non compiuti possono usufruire di una detrazione maggiorata per il canone di locazione stipulato come loro abitazione principale, purché rispettino sia il limite di età sia quello di reddito indicato dalla legge. Analogo discorso vale per gli studenti universitari fuori sede, che devono iscriversi ad atenei distanti almeno 100 km dalla residenza anagrafica e, in alcune regioni, essere fuori dalla provincia di origine. Un requisito trasversale restano i limiti di reddito complessivo dichiarato, che, se superati, escludono il diritto al beneficio.

Limiti e importi della detrazione

La detrazione dell’affitto, nella dichiarazione dei redditi, presenta limiti variabili in funzione della tipologia di contratto e della fascia reddituale. Per i contratti a canone concordato e per l’affitto di abitazione principale, la normativa prevede una detrazione annuale che oscilla tipicamente tra 150 e 300 euro, incrementata fino a 991,60 euro per i giovani in possesso dei requisiti specifici. Il reddito complessivo del richiedente influenza il quantum detraibile: superando certi scaglioni, la detrazione viene ridotta progressivamente fino ad azzerarsi.

Per gli studenti universitari, la detrazione può raggiungere fino a 2.633 euro annui, sempre nei limiti del canone effettivamente versato. Per ottenere il massimo beneficio, è necessario che il contratto di locazione sia intestato direttamente allo studente o ai genitori fiscalmente a carico, nel caso in cui lo stesso sia minore di 26 anni. Importante anche la modalità di pagamento: i bonifici o altre forme tracciate assicurano la possibilità di dimostrare l’avvenuto pagamento, evitando contestazioni in fase di controllo o verifica fiscale.

Un aspetto spesso sconosciuto riguarda i contratti di sublocazione o locazione parziale: in questi casi, la detrazione è proporzionale alla quota effettivamente sostenuta. Nel caso di più locatari conviventi, ciascuno può portare in detrazione solo la quota di affitto di competenza, calcolata secondo le percentuali di intestazione del contratto o delle ricevute di pagamento. In ogni caso, la detrazione non spetta se gli importi dovuti risultano non pagati nel corso dell’anno fiscale di riferimento.

Curiosità e aspetti poco noti sulla detrazione

Tra le curiosità riguardanti la detrazione dell’affitto, vale la pena ricordare che la normativa prevede agevolazioni aggiuntive in caso di lavoratori che trasferiscono la residenza per ragioni di lavoro. In questi casi, la detrazione può essere richiesta anche per i primi tre anni di trasferimento, purché la nuova abitazione si trovi ad almeno 100 km dalla precedente e in una regione diversa. Questa specifica tutela mira a favorire la mobilità lavorativa e sostenere chi affronta spese di locazione in seguito a trasferte professionali.

Non tutti sanno che la detrazione per affitto è cumulabile con altre agevolazioni previste dallo stesso modello 730 o Redditi, come le detrazioni per ristrutturazione edilizia o per risparmio energetico, purché vengano rispettati i requisiti e i limiti imposti per ciascuna categoria. Inoltre, la detrazione può essere fruita anche dai cittadini italiani residenti all’estero, a patto che il reddito prodotto sia dichiarato in Italia e l’affitto sia relativo a immobili situati sul territorio nazionale. Questo aspetto si rivela spesso decisivo per chi svolge periodi all’estero senza perdere il diritto alle agevolazioni italiane.

Infine, molte persone ignorano che, in caso di separazione o divorzio, il coniuge assegnatario dell’immobile può detrarre l’affitto laddove sia previsto un nuovo contratto di locazione per sé e per i figli. L’importo detraibile segue sempre i criteri generali e, in presenza di minori o portatori di handicap, possono essere applicate ulteriori maggiorazioni. È essenziale, in ogni caso, documentare dettagliatamente ogni passaggio, dalle prove dei cambi di residenza alla motivazione della nuova locazione.

Come procedere alla richiesta nella dichiarazione dei redditi

Per richiedere la detrazione dell’affitto nella dichiarazione dei redditi, è necessario selezionare l’apposita sezione nel modello 730 o Redditi Persone Fisiche, inserendo correttamente i dati del contratto di locazione (codice fiscale del locatore, importo totale pagato e, quando richiesto, gli estremi di registrazione). Il contribuente deve quindi allegare tutta la documentazione comprovante il diritto alla detrazione, come ricevute di pagamento, certificati di residenza e copia del contratto. È fondamentale prestare attenzione nella compilazione per evitare errori che possano compromettere il diritto alla riduzione fiscale.

Un aspetto essenziale consiste nel conservare la documentazione per almeno cinque anni, periodo nel quale l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli. Laddove si utilizzi un CAF o un professionista abilitato per la dichiarazione, sarà sufficiente presentare i documenti in originale, lasciando che l’esperto compili correttamente i quadri previsti e indichi tutte le agevolazioni per cui si ha diritto. In caso di dichiarazione precompilata online, i dati sugli affitti possono già essere riportati automaticamente, ma è comunque doveroso verificare la loro accuratezza.

Da ultimo, si consiglia di monitorare eventuali modifiche normative, poiché le leggi sulle detrazioni fiscali legate agli affitti vengono spesso aggiornate o modificate, specialmente nella Legge di Bilancio che viene varata ogni anno. Seguire fonti ufficiali, consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate o rivolgersi a professionisti del settore rende più semplice aggiornarsi sulle ultime novità e non perdere l’opportunità di sfruttare al massimo la detrazione dell’affitto nella dichiarazione dei redditi.

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